L’onicomicosi in questione è una
infezione dell’unghia e/o della linea bianca che avviene a opera di batteri e funghi saprofiti e ubiquitari.
Secondo recenti studi la malattia della linea bianca o, più semplicemente tarlo, rappresenta circa il 10% delle patologie della linea bianca dello zoccolo (Kuwano et al., 1998).
Cenni generali di micologia
I funghi sono organismi eucarioti, uni- o pluricellulari, aerobi o anaerobi facoltativi, eterotrofi, caratterizzati dalla presenza di una parete cellulare, esterna alla membrana cellulare, rigida.
Le infezioni funginee sono dette micosi. Alcuni miceti sono considerati patogeni primari, ovvero da soli e senza altri fattori predisponenti riescono a causare un processo patologico in individui immunocompetenti. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i miceti sono patogeni opportunisti, ovvero l’infezione s instaura solo in presenza di fattori predisponenti, come età estreme della vita, immunodepressione, disendocrinopatie, traumi…
Cause e fattori predisponenti
Sono presenti numerosi studi per identificare qual è il micete che causa il tarlo dello zoccolo e risultano essere abbastanza controversi. Il primo agente causale isolato fu, nel 1876, Achorion kerathophagus; tuttavia, studi più recenti hanno rilevato che in Europa circa il 60% delle onicomicosi è causato da un altro fungo che è Scopulariopsis brevicaulis. In Giappone è stata identificata ancora un’altra specie, Genus scedosporium.
Il presente articolo farà riferimento esclusivamente a Scopulariopsis brevicaulis.
In uno studio del 2004 (Faravelli et al.) è stato dimostrato che tale micete sia normalmente presente nell’ambiente e altri autori (Pitt et al., 2000; Cantoni et al., 1997) confermano la sua diffusione su prodotti di origine vegetale. Lo studio di Faravelli infatti ha dimostrato come sia stato rinvenuto nel 100% dei cavalli affetti da onicomicosi (20 soggetti) e nel 75% di soggetti sani (15 soggetti).
S. brevicaulis predilige substrati ricchi di cheratina (cute e annessi cutanei, tra cui lo zoccolo) e ha proprietà cheratinolitiche, ovvero è in grado di produrre enzimi che scindono le molecole di cheratina.
Tale processo parte dal margine soleare della linea bianca e si estende prossimalmente (verso l’alto) coinvolgendo, speso ma non sempre, lo strato più profondo della parete, causando il distacco tra lo strato medio e quello profondo.
Tuttavia, il suo isolamento sia in soggetti malati che sani ha fatto pensare a quanto effettivamente sia responsabile del tarlo: secondo la letteratura scientifica, essendo un patogeno opportunista, diviene patogeno quando riesce a penetrare nel tessuto corneo. Questo significa che se lo zoccolo è sano, ben tenuto, che non presenta microtraumi, allora, anche se il micete è presente nell’ambiente, non darà patologia.
Quindi, cosa consente al micete di causare l’onicomicosi?
- Cattiva qualità dell’unghia, dovuta a fattori genetici o per noncuranza del gestore del cavallo o per altri processi patologici in atto (es. laminite)
- Fattori nutrizionali: biotina, diversi amminoacidi, un buon rapporto calcio/fosforo, microelementi… sono fattori essenziali per garantire la corretta cheratinizzazione
- Fattori meccanici: le lesioni si localizzano prevalentemente a livello di punta degli zoccoli anteriori, questo perché hanno funzione primaria quella di supporto del carico. Errori di pareggio, ferratura, intervalli troppo lunghi tra le ferrature… causano aumento della lunghezza dello zoccolo in punta. Questo fa aumentare la tensione del tendine flessore profondo con conseguente stress dell’ingranaggio dello zoccolo (vi consiglio di leggere questo articolo per capire bene l’anatomia dello zoccolo)
- Fattori igienici: gli utensili utilizzati per la mascalcia, usati sia per piedi ammalati sia per piedi sani e possono veicolare enormi quantità di spore. Sarebbe quindi opportuno pulirli e disinfettarli, soprattutto quando non possono essere passati sulla forgia
Oltre a cercare di contenere i fattori predisponenti, è buona prassi fare una diagnosi precoce al momento del pareggio: la lesione è abbastanza caratteristica, di forma triangolare.
Patogenesi
L’onicomicosi è un’infezione ad andamento cronico che si instaura in modo subdolo e insidioso: inizialmente rimane confinata nel tessuto corneo privo di innervazione, per cui, almeno negli stadi iniziali in cui la patologia non progredisce in senso disto-prossimale (ovvero non “sale”), l’animale non manifesterà dolore.
A volte si può osservare una piccola cavità irregolare riempita da materiale corneo disgregato, friabile e di colore nerastro. Una diagnosi a questo stadio permette di bloccare l’evoluzione della micosi tramite uso esclusivo di prodotti antimicotici.
Tuttavia, qualora la lesione non venga diagnosticata, progredisce permettendo il distacco tra lo strato intermedio e quello profondo. Il cavallo non mostra però disturbi funzionali fintanto che non viene intaccata la parte dorsale dello zoccolo: in questo caso si ha la perdita del supporto del tessuto lamellare alla terza falange e il tendine flessore profondo, che non riesce più a svolgere correttamente la sua funzione, causerà la rotazione della terza falange verso il basso. Questo, a differenza di quanto accade nella laminite, non è accompagnata da dolore in quanto non è in corso un processo infiammatorio. Tuttavia, la rotazione della terza falange può arrivare a causare l’appiattimento della suola.
Diagnosi e sintomi clinici
Si possono fare diversi esami di laboratorio per l’individuazione immediata dei miceti:
- Esame microscopico in campo chiaro
- Esame microscopico in epifluorescenza
- Esame colturale
- Esame istologico
A destra un RX di zoccolo colpito da onicomicosi: si vede una linea radiotrasparente (nera) dovuta alla presenza di aria per il distacco degli strati più esterni. Si nota inoltre la rotazione della terza falange: come in corso di laminite, viene perso il parallelismo tra la parete e la terza falange, margine dorsale.
Trattamento
La terapia può essere di due tipi:
- Terapia meccanica che prevede il bilanciamento dello zoccolo, quindi si va ad aprire, pulire e medicare i distacchi. Se si ha rischio di rotazione della terza falange (con possibile instaurarsi di una laminite cronica) si utilizzano ferrature correttive, come le ferrature a cuore, a cuore aperto in punta e multidirezionale
- Terapia medica che prevede l’utilizzo di acqua ossigenata in un primo periodo, al fine di rimuovere le spore, betadine ad azione disinfettante, antimicotici associati a DMSO e, per i casi gravi, biossido di cloro ad azione battericida, fungicida e sporicida
Ricordati di chiedere sempre un consulto al tuo veterinario prima di iniziare una terapia al tuo cavallo!
Glossario
Saprofiti: organismi che si nutrono di materia organica morta o in decomposizione
Bibliografia
Microbiologia e immunologia veterinaria, G. Poli, P. Dall’Ara, P. A. Martino, S. Rosati
Onicomicosi equina nell’Italia settentrionale: indagine rivolta all’identificazione degli agenti eziologici, Faravelli G., Conturba B., Mantelli F., Costanti E.