Anatomia Gastroenterologia

Apparato digerente e coliche

Cenni di anatomia funzionale

La natura e l’evoluzione si sono messe molto d’impegno nello strutturare l’apparato digerente del cavallo, in particolar modo per quanto riguarda l’intestino.

L’apparato digerente comincia con la bocca e la cavità orale, quindi si continua con la faringe e l’esofago, che percorre collo e torace, sboccando dietro al diaframma, in cavità addominale, nello stomaco.

Fonte immagine: horseandfoals.com

Come si evince dall’immagine in basso, lo stomaco si trova a sinistra della cavità addominale; gli fa seguito il duodeno, che rappresenta la prima parte dell’intestino tenue. Il duodeno si trova prevalentemente a destra della cavità addominale ed è un organo piuttosto dorsale.

Al duodeno fa seguito il digiuno, il quale forma delle anse a sinistra della cavità; in profondità abbiamo l’ileo, breve e rettilineo, che sbocca nel cieco, prima parte dell’intestino crasso. Come vediamo dall’immagine, il cieco è una struttura molto imponente nel cavallo: si porta dal dorso fino al ventre e dalla pelvi fino allo sterno.

Al cieco fa seguito il grosso colon, quindi il colon trasverso e infine il colon discendente, il quale forma delle anse frammiste a quelle digiunali. Infine, in cavità pelvica, abbiamo il retto a cui fa seguito l’ano con l’apertura anale.

La digestione

La digestione inizia in bocca, grazie al secreto prodotto dalle ghiandole salivari: questo contiene numerosi enzimi per degradare l’amido, tuttavia tale digestione è piuttosto esigua. Tale sostanza viene digerita completamente soltanto nel duodeno. La digestione continua quindi nello stomaco dove, grazie ai succhi gastrici, le proteine iniziano a essere degradate.

Nel cavallo, la vera e propria digestione la si ha nel duodeno, e comunque nell’intestino tenue in generale, dove risulta essere garantita da enzimi prodotti dal pancreas. Grazie a questi, vengono digeriti amidi, proteine, grassi, vitamine, calcio, fosforo e, ovviamente, acqua.

Il grosso colon è una camera fermentativa, ovvero presenta una microflora batterica, protozoaria e funginea (simile a quella dei prestomaci dei ruminanti) in simbiosi con il cavallo, in grado di produrre enzimi che degradano la cellulosa assunta con la dieta (nessun animale, da solo, è in grado di digerire tale alimento).

La microflora produce, oltre a calore, acqua e gas, gli acidi grassi volatili (acido acetico, acido propionico e acido butirrico) che vengono assorbiti nel circolo sanguigno. In questo modo sono a disposizione del cavallo, il quale ricava energia da questi.

Termina così la digestione: tutto quello che non viene assorbito nel grosso colon, entrerà nella formazione del materiale fecale.

Un problema comune: le coliche

Il termine è spesso usato per indicare una specifica diagnosi, ma il suo reale significato è di dolore addominale acuto che si manifesta con una data sintomatologia. Generalmente, con il termine di colica, si fa riferimento a una patologia del canale digerente (ma la colica non è una patologia, ricordiamolo), ciò non toglie che comunque anche patologie di fegato, reni, apparato riproduttore… possano poi sfociare in una colica, seppur siano meno frequenti.

Quindi, per dare qualche definizione, la colica non è una patologia, non è un sintomo ma una sindrome,

Sindrome: un insieme di sintomi comuni a diverse forme morbose o determinate da più processi patologici concomitanti.

I cavalli, più di altri animali, sono predisposti per le coliche e questo perché l’intestino, e soprattutto il grosso colon, è soggetto a dislocazione, torsione, compressione…

Qualsiasi condizione per cui si ha una variazione nella normale motilità della muscolatura dei singoli organi, può causare accumulo di gas e liquidi nell’organo stesso. Nel momento in cui questa condizione persiste, essendo l’intestino poco ancorato alle pareti della cavità addominale, può muoversi e andarsi a collocare in posti dove non dovrebbe stare.

L’organo, come detto prima, può anche andare incontro a torsioni, compressioni, allentamenti… che possono causare sia un blocco della digestione sia la compressione dei vasi. I tessuti, quindi, mancano del corretto apporto sanguigno e vanno incontro a necrosi.

Tipi di coliche del tratto GI

In base al segmento coinvolto, si possono avere coliche del piccolo o del grosso intestino. Tramite ECO addome o palpazione rettale si riesce a capire qual è il tratto dell’intestino coinvolto.

In base al meccanismo patologico che ha causato la colica, si può avere:

  • Disfunzione, durante le costipazioni o quando manca la motilità, per esempio. Di solito la terapia è medica
  • Dislocazione, quando vi è spostamento di un tratto intestinale in sede non propria (a seguito di volvoli, ernia, strangolamento, torsioni…) e l’approccio è chirurgico
  • Infiammazione, in cui vengono comprese ulcere gastriche, enteriti, gastriti…

Il processo patologico può causare ostruzione del lume e il cavallo è metabolicamente stabile perchè la perfusione ematica è mantenuta, ischemia, quando vi è alterazione del flusso o infiammazione.

Incidenza delle coliche e mortalità

Parliamo di un po’ di numeri e vi riporto un dato che ho estrapolato dal libro Understanding equine colic, Bradford G. Bentz:

The incidence of equine colic has been estimated by the USDA’s National Animal Health Monitoring System Equine 1998 study at 4.2 events per 100 horses per year. This health monitoring system was designed to outline the overall prevalence and occurrence of various types of disease within the North American horse population. The 1998 study found no difference in the incidence of colic among geographic regions. The percentage of equine operations that experienced one or more colic events was 16.3. Overall, only 1.4% of colic events resulted in surgical intervention. The fatality rate for all colic events was 11%.

Le coliche sono sicuramente uno dei principali motivi per cui si chiama il veterinario, ma un buon management generale dell’animale (ambiente, alimentazione, lavoro) ci permettono di ridurre l’incidenza. Inoltre, mi preme veramente dirlo, colica non significa morte certa, come mette in evidenza l’autore con l’ultima frase.

@pillolequestri, nella sua intervista, mi ha chiesto se ci sono cavalli predisposti e io ho risposto di sì. Vediamo quali sono:

  • PSI, soprattutto quelli da ippodromo, seguono un regime dietetico che va in contrasto con le loro abitudini alimentari: mangiano molti concentrati (ovvero mangime) e poco fieno e, come detto prima, questo li predispone a sviluppare coliche
  • Anche i PSA e i falabella sono più predisposti rispetto ad altre specie a causa del fatto che sviluppano, più frequentemente rispetto ad altre specie, fecalomi (ammasso di feci disidratate che l’animale non riesce ad espellere).
  • Un’altra razza che frequentemente va incontro a colica sono i trottatori americani (Standardbreds) perché facilmente sviluppano ernie scrotali (quindi parliamo di stalloni)
  • Inoltre, i cavalli fino ai 6 mesi di età raramente vanno incontro a colica

Per quanto riguarda il genere, non è stata rilevata alcuna prevalenza significativa nel sesso femminile piuttosto che maschile (intero o castrato), anche se ovviamente avremo coliche specifiche per il genere (un castrone/stallone non potrà avere una colica a seguito di torsione uterina).

Cause

Cosa può causare una colica? I fattori di rischio sono veramente tanti e spesso è difficile stabilire una relazione di causa-effetto. Andiamo quindi a vedere i principali:

  • Alimentazione: fieno ad elevato contenuto in erba medica, drastici cambiamenti nella dieta, ingestione eccessiva di cereali, scarsa o mancata assunzione di acqua, ingestione di corpi estranei o microrganismi patogeni, qualità scadente del cibo, squilibri nel rapporto fibra grezza-concentrati
  • Lettiera: se è troppo polverosa o se viene ingerita
  • Programma di lavoro: inattività prolungata, eccessivo carico di lavoro, trasferte e trasferimenti frequenti e prolungati
  • Terapie farmacologiche: come terapie con FANS o a seguito di interventi chirurgici, in cui la colica può essere causata dall’uso di anestetici
  • Coliche precedenti
  • Laminiti
  • Endotossiemia
  • Parassitosi, come avviene nell’infezione da strongili
  • Fattori stressogeni (cambio repentino della dieta, del programma di lavoro, dello stile di vita dell’animale…

Sintomi

I sintomi di una colica sono piuttosto univoci: il cavallo si rotola molto spesso, sta con le zampe per aria, manifesta un abbattimento del sensorio, è restio al movimento, si guarda il fianco, raspa con l’anteriore, sudorazione elevata, tentativi di defecazione, distensione addominale, assume la posizione di minzione.

Di seguito vediamo due video che mostrano in maniera molto chiara la sintomatologia:

Diagnosi

La diagnosi, in un primo momento, è clinica e si misurano i parametri vitali (mucose, frequenza cardiaca e respiratoria, idratazione e temperatura), quindi si ausculta la cavità addominale. Inoltre, si ricorre anche all’esplorazione rettale e all’utilizzo di sonde rinofaringee.

Trattamento e prevenzione

Il trattamento è medico (fluidoterapia per via EV o enterale) e analgesici, ma i casi in cui si hanno ostruzioni o torsioni richiedono un approccio chirurgico (guardate il video solo se avete un buono stomaco, in quanto “assisterete” a un’operazione chirurgica), molto complesso in questa specie.

Non sempre è facile stabilire il miglior trattamento terapeutico, soprattutto considerando che è una patologia dinamica che varia nel tempo.

Per quanto concerne la prevenzione, vi lascio il link di questo articolo-intervista che ho rilasciato a pillolequestri in cui mi concentro molto su quello che il proprietario può fare in caso di colica.

Glossario

Camera fermentativa: struttura contenente una microflora di protozoi, batteri e funghi che sono in grado di idrolizzare la cellulosa in ambiente privo di ossigeno e rilasciare i prodotti di scarto, gli acidi grassi volatili, nel grosso colon.

Enzimi: catalizzatore di processi biologici, ovvero permette alle reazioni chimiche di avvenire.

FANS: farmaci antinfiammatori non steroidei

Necrosi: morte delle cellule di un tessuto per mancato apporto sanguigno. Il sangue, che porta i nutrienti e l’ossigeno, non arriva alle cellule, che muoiono.

Bibliografia

  • Understanding equine colic, Bradford G. Bentz
  • Atlante di anatomia topografica veterinaria, Popesko
  • Anatomy of the horse, Budras, Sack, Rock
  • Trattato di anatomia veterinaria volume III, Barone
  • ilchirone.org
  • equestrianinsights.it

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